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Il 18 gennaio 2018, ricorre il 100° anniversario della nascita del prof. Umberto Panozzo (San Giovanni in Marignano, 18/01/1918 – Rimini 29/04/2013) ispiratore e co-fondatore della Panozzo Editore.

Umberto Panozzo aveva frequentato il Liceo classico in Arezzo, quindi la Facoltà di Lettere presso l'Università di Firenze, dove aveva avuto maestri d'eccezione quali il Momigliano, il Lamanna, il Devoto, il Pasquali, il Giannelli... L'8 giugno 1940 si laureò con una tesi sul Carducci con il prof. De Robertis, che aveva sostituito il Momigliano epurato in seguito alle leggi antiebraiche.

Il 10 giugno, chiamato alle armi, raggiunse quale ufficiale - aveva frequentato il Corso allievi ufficiali di complemento negli ultimi anni dell'università - l'87° Reggimento Fanteria, Divisone “Friuli”, già inviato al fronte, in Piemonte. Fu congedato nel gennaio '45 e, in seguito, gli venne conferita la Croce al merito di guerra.

Finalmente, dopo 5 anni, potè tornare ai suoi studi e dedicarsi all'attività didattica. Iniziò ad insegnare presso il Liceo classico di Arezzo ('45-'47); nel '48, trasferitosi a Rimini, aveva ottenuto un incarico presso il Liceo scientifico e, l'anno successivo, vinse la cattedra di materie letterarie presso la scuola media di Riccione.

Seguì il trasferimento alla scuola media “Panzini” di Rimini, di cui fu preside incaricato per un biennio, quindi, nel '67 passò alle scuole superiori, dove insegnò italiano e storia, prima all'Istituto Magistrale, quindi all'ITIS e infine al Tecnico Commerciale “Valturio”.

Insegnante preparato, rigoroso, burbero all'apparenza, ma appassionato alla sua professione e sempre attento alle esigenze degli alunni, ha lascianto un vivo ricordo in molte generazioni di studenti riminesi.

All'insegnamento ha costantemente affiancato l'attività di autore di testi letterari, linguistici e di didattica, frutto di studi approfonditi, di esperienza sul campo e soprattutto di un'esigenza interiore di offrire ai giovani libri seri, rigorosi, ma al tempo stesso, semplici nello stile e nella forma.

Nel 1945 pubblicò la sua prima opera, Avviamento alla critica letteraria, alla quale sono seguite negli anni decine e decine di altre opere pubblicate dai principali editori del settore (Le Monnier, La Nuova Italia, Paravia, D'Anna).

Per ricordare la figura del professor Umberto Panozzo, il cui impegno è stato costantemente rivolto al mondo della scuola, è stata ricostruita la bibliografia delle sue opere che presentiamo qui in edizione ancora non definitiva.

OPERE DI UMBERTO PANOZZO

a cura di Massimo Panozzo

Ho cercato di ricostruire la bibliografia di mio padre nella maniera più precisa possibile, anche se non sono sicuro di esserci riuscito. Mio padre non era un collezionista di libri: i libri erano per lui strumenti di studio: li sottolineava, li annotava, li piegava... Usava le edizioni precedenti dei volumi da lui scritti per approntare le ristampe successive o le nuove edizioni usando forbici e colla, in mancanza di fotocopiatrice e computer. Poi contrassegnava i “volumi mutilati” con una croce rossa o blu, usando la stessa matita con cui correggeva i compiti dei suoi alunni. Le “carcasse” finivano in garage, per mancanza di spazio nello studio.

Ho cercato di dare un ordine a quanto trovato, annotando anche le ristampe, al solo scopo di documentare la diffusione veramente notevole che le sue opere hanno avuto nella scuola italiana, per un periodo molto lungo - trattandosi di editoria scolastica -, un trentennio che va dal 1955 al 1985, con alcuni sconfinamenti negli anni Novanta.

Saggi

Fogazzaro, in “Giovinezza”1, 9 ottobre 1937.

L'Italiano in Vittorio Alfieri, in “Giovinezza”, 22 novembre 1937.

Il “Guglielmo Tell” di F. Schiller, saggio critico-estetico sulla prima scena del primo atto, in “Giovinezza”, dicembre 1938.

L'arte di Renato Serra2, in “Giovinezza”, 3-19 maggio 1943.

Dopo la lettura dei “Due prigionieri” di Lajos Zilahy, in “Giovinezza”, aprile 1943.

L'amata alla finestra di Corrado Alvaro, manoscritto, Macomer, 8 dicembre 1943.

Silvano Marner di Giorgio Eliot, manoscritto, Macomer, primi di dicembre 1943.

Il mare d'erba / Gli alberi di Conrad Richter, manoscritto, Macomer, 16 dicembre 1943.

Le sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi, manoscritto, Macomer, 18 dicembre 1943.

Elias Portolu di Grazia Deledda, manoscritto, Macomer, 12 marzo 1944.

Les Fleurs du Mal di Charles Baudeliare, manoscritto non ultimato, Macomer, aprile 1944.

Bruno Cicognani (dalle “Sei storielle” a “L'omino che ha spento i fochi”), in “Caratteri” rivista sperimentale di arte e cultura, Firenze, 1° settembre 1946.

I “Principi di Scienza Nuova” di G.B. Vico, in “Gymnasium”3, 1° marzo 1948.

La polemica antiromantica del 1856 di G. Carducci, in “Gymnasium”, 1° luglio 1948.

Carducci, in “Gymnasium”, 1° settembre 1948.

Le “Tre croci” di Federico Tozzi4, in “Gymnasium”, 1° novembre 1948.

Le ultime lettere di Jacopo Ortis, in “Gymnasium”, 16 novembre 1948.

Le “Myricae” di Giovanni Pascoli, in “Gymnasium”, 16 gennaio 1949.

Svolgimento del pensiero leopardiano nelle “Operette morali” e riflessi nei “Canti”, in “Gymnasium”, 16 maggio e 1° luglio 1949.

Sguardo generale al contenuto delle “Operette” leopardiane, in “Gymnasium”, 16 febbraio 1950.

Della prosa giovanile carducciana, in “Gymnasium”, 16 maggio 1950.

Volumi

Avviamento alla critica letteraria5, Sansepolcro, tipografia Boncompagni, 1945.

Guida pratica per lo svolgimento dei temi di italiano per gli alunni delle scuole medie superiori, Livorno, R. Giusti, Biblioteca degli studenti vol. 833, 19486.

Guida pratica per lo svolgimento dei temi di italiano per gli studenti della scuola media e delle suole di avviamento professionale, Firenze, casa editrice Raffaello Giusti, Biblioteca degli studenti vol. 834, 1949.

Guida per lo svolgimento di temi su autori opere periodi della letteratura italiana (vol. I dalle Origini a tutto il Quattrocento) per ogni ordine di scuole medie superiori, Firenze, Raffaello Giusti, 1950.

Metodo razionale per l'avviamento al comporre nella scuola elementare, Cesena, EOA-Editrice Orfanelli Addolorata, 1951.

Metodo razionale per l'avviamento al comporre, ad uso degli studenti di 4ª e 5ª elementare e per la preparazione all'esame di preparazione alla scuola media, Milano, Fratelli Fabbri Editori, sd [1952]7.

Guida per lo svolgimento di temi su autori opere periodi della letteratura italiana (vol. II dal Cinquecento al Settecento) per ogni ordine di scuole medie superiori, Firenze, La Nuova Italia, 19538.

Metodo razionale per l'avviamento al comporre, Milano, Fratelli Fabbri Editori, sd [1954]9.

Grammatica attiva della lingua italiana per la scuola media, Faenza, Edizioni Lexikon10, 1955; 195811; Firenze, Le Monnier, 1959.

Storia della letteratura italiana con panorama delle letterature europee, Torino, Paravia,

volume I - Dalle origini a tutto il Quattrocento, 195612; [ ]; [ ]13;

volume II - Dal Cinquecento a tutto il Settecento, 195614; [ ]15;

volume III - Ottocento e Novecento,195616; [ ]17; [ ]; [ ]18.

L'arte di esprimersi - Stilistica e composizione per le scuole medie superiori, Faenza, Edizioni Lexikon, marzo 1956; 195819; Firenze, Le Monnier, 1960; 1961; 196320; 196421.

Lo studio e l'arte dello scrivere - Grammatica italiana, stilistica e composizione per il ginnasio e le classi di collegamento22 Bologna, Edizioni Lexikon, 1956; Firenze, Le Monnier, 1959; 1960; 1961; 1962; 1963; 1965; 1966; 1967;1969; 1970; 1971.

- Mario Santinelli, Vita e civiltà dei Romani - Antologia latina per la scuola media, Bologna, Edizioni Lexikon, 195723; Firenze, Le Monnier, 195924; 1962; 1963.

Via maestra - Poeti e prosatori dell'Ottocento e del Novecento e pagine di problemi educativi per la prima classe dell'istituto magistrale, collaborazione di Filippo Di Grazia, Messina-Firenze, D'anna, 1957.

Studio attivo della lingua italiana per le scuole di avviamento professionale, Bologna, Edizioni Lexikon, 195825.

Storia e antologia della letteratura italiana per gli istituti tecnici di ogni tipo, Torino Paravia,

volume I - Dalle origini alla fine del Trecento, 195826;

volume II - Il Quattrocento e il Cinquecento, 195827;

volume III - Il Seicento e il Settecento, 1958;

volume IV - L'Ottocento e il Novecento, 1959.

Cultura e vita - Poeti e prosatori dell'Ottocento e del Novecento e conquiste della scienza e della tecnica per la prima classe degli istituti tecnici di ogni tipo, Messina-Firenze, D'anna, 1958; 1959; 1962.

Colloqui - Poeti e prosatori italiani e stranieri dell'Ottocento e del Novecento per la prima classe dell'istituto magistrale e degli istituti tecnici di ogni tipo, Messina-Firenze, D'anna, 1960.

Antologia della letteratura italiana e pagine della critica moderna e contemporanea per i licei e gli istituti magistrali, Torino, Paravia

volume I - Dalle origini al Quattrocento, 196028;

volume II - Dal Cinquecento al Settecento, 196029;

volume III - Ottocento - Novecento, 196130; [ ]31.

Dalla grammatica alla composizione ad uso della scuola media, Firenze, Le Monnier, 1961.

Il tuo discorso - Grammatica italiana e comporre ad uso delle scuole di avviamento prefessionale, Firenze, Le Monnier, 1961.

La grammatica italiana per la scuola media unificata, Firenze, Le Monnier, 1961; 1962.

Belle lettere - Storia e antologia della letteratura italiana per gli istituti tecnici di ogni tipo, Torino, Paravia,

volume I - Dalle origini al Quattrocento, 196132; [ ]33;

volume II - Dal Cinquecento al Settecento, 196234; [ ]35;

volume III - Ottocento e Novecento, 1961; 1968; [ ]36.

Tre civiltà: Grecia, Roma, Medioevo – Antologia di scritti antichi e moderni, Messina-Firenze, D'anna, 1962; 1965; 1969.

Il discorso - Grammatica italiana per la nuova scuola media, Firenze, Le Monnier, 1963.

Il nostro discorso - Grammatica ragionata della lingua italiana per la scuola media, Firenze, Le Monnier, 1964; 1965; 1966.

- Clara Garavini, Romanorum sermo - Affinità e differenze tra italiano e latino ed elementare sistemazione grammaticale della lingua latina per la seconda classe della scuola media, Firenze, Le Monnier, volume I, 1964; [ ]37; 1970.

Periodi e scrittori della letteratura italiana con cenni sulle letterature straniere per le scuole medie superiori, Torino Paravia, 1965; [ ]38; [ ]; [ ]; [ ]39.

- Clara Garavini, Romanorum litterae - Antologia di prose narrative latine tra loro collegate con traduzione a fronte per la terza classe della scuola media, Firenze, Le Monnier, 1965; 1967.

- Mario Santinelli, Romanorum nomen - Antologia latina per il biennio del ginnasio, Firenze, Le Monnier, 1966.

Studio della lingua italiana - Grammatica, stilistica e composizione per il biennio degli istituti tecnici, Firenze, Le Monnier, 196740; [ ]41.

- Clara Garavini, Romanorum sermo - Morfologia latina e nozioni di sintassi, antologia, note di vita e civiltà romana per la terza classe della scuola media, Firenze, Le Monnier, volume II, 1966; 1969.

- Clara Garavini, Latini auctores - Antologia latina per le prime classi dei licei e dell'istituto magistrale, Firenze, Le Monnier, 1966; 1967; [ ]42.

Fantasia, Umanità, Eroismo - Antologia italiana con pagine di epica per la scuola media dell'obbligo, Firenze, Le Monnier,

volume I - per la prima classe, marzo 196843; novembre 196844;

volume II - per la seconda classe, aprile 196845;

volume III - per la terza classe, 196846.

Studio e arte del dire - Grammatica, stilistica e composizione con cenni di grammatica storica ad uso delle scuole medie superiori, Firenze, Le Monnier, 196747; 197048.

Cuore e fantasia - Antologia italiana per le tre classi della scuola media, volume unico, Firenze, Le Monnier, 1968; 197049.

La fiaccola - Antologia italiana per la scuola media dell'obbligo, Firenze, Le Monnier,

volume I - per la prima classe, marzo 196950;

volume II - per la seconda classe, marzo 196951;

volume III - per la terza classe, marzo 196952.

Elementi di lingua italiana: fonologia, morfologia, sintassi, stilistica, composizione, Firenze, Le Monnier, 1969.

- Giani Rainer, Storia e testi della letteratura italiana ad uso delle scuole medie superiori, Torino, Paravia,

volume I - Dalle origini al Quattrocento, 1970;

volume II - Dal Cinquecento al Settecento, 197053;

volume III - L'Ottocento - il Novecento, 196154.

Parola ed espressione55 - Grammatica per la scuola media, consulenza di Gianni A. Papini, Firenze, Le Monnier, aprile 1971; settembre 1971; luglio 197256; febbraio 197857.

Panorama della civiltà letteraria in Italia. Autori e opere - Letture critiche - Civiltà e usanze per le scuole medie superiori, Torino, Paravia

volume I - Dalle origini al Quattrocento, 1972;

volume II - Dal Cinquecento al Settecento, 1972;

volume III - Ottocento - Novecento, 1972.

-Italo Pagnottella, Viaggiare, conoscere il nostro mondo - Corso di geografia ad uso della scuola media, Bologna, Ponte Nuovo,

volume I58 - L'Italia, 1973;

volume II59 - L'Europa, 1973;

volume III60 - I Paesi extraeuropei, 1973.

- Domenico Greco, Struttura della lingua italiana - Grammatica, sintassi, stilistica per il primo ciclo delle scuole medie superiori, Firenze, Le Monnier, aprile 197461; aprile 198262.

La didattica dell'italiano - Metodo pratico-razionale per l'avviamento al comporre, Bologna, Ponte Nuovo, 1977.

- Nedda Sacerdoti, Dalla parola al linguaggio - Strutture, origini, evoluzione della lingua italiana per la scuola media, Firenze, Le Monnier, marzo 197963.

La didattica dell'italiano - L'osservazione, Pesaro, Panozzo & Pantanelli64, 1980; Rimini, Panozzo Editore, 1984.

La didattica dell'italiano - Verso il componimento, Pesaro, Panozzo & Pantanelli, 1980; Rimini, Panozzo Editore, 1984.

La didattica dell'italiano - Il componimento e la drammatizzazione, Pesaro, Panozzo & Pantanelli, 1980.

La didattica dell'italiano - L'insegnamento della grammatica e del lessico, Pesaro, Panozzo & Pantanelli, 1980; Rimini, Panozzo Editore, 1983.

La didattica dell'italiano - La descrizione, Pesaro, Panozzo & Pantanelli, 1980.

Carducci poeta d'amore, Rimini, Panozzo Editore, 1984.

Storia della lingua, Rimini, Panozzo Editore, 199965.

Carducci di Carducci, Rimini, Panozzo Editore, 2000.

1“Giovinezza: giornale dei Fasci”, settimanale, Arezzo, tipografia Scheggi, 1921-1943.

2Questo saggio, così come quello su Bruno Cicognani, pubblicato in “Caratteri”nel 1946, deriva da una “tesina”, di ventisette pagine dattiloscritte presentata al professor De Robertis nel maggio del 1939, prima della tesi di laurea sul Carducci.

3Rivista didattico-letteraria per gli insegnanti della scuola media, Torino, S.E.I.

4Questo saggio apre, 1-4 dicembre 1943, il quaderno di manoscritti Impressioni di un lettore (saggi). Mio padre, tenente dell'87° Reggimento Fanteria, Divisione “Friuli”, «sbalestrato dalla guerra», si trovava in Sardegna, a Macomer.

5Opera prima di mio padre: «È un lavoretto che mi sembra ben riuscito – scrive mio padre nel suo diario -, in gran parte autobiografico in quanto narra come mi sono venuto formando nel gusto e nel giudizio critico, dando, nel tempo stesso, un'infinità di consigli concreti e di suggerimenti critici per avviarsi alla critica dei testi e criteri per interpretarli». Il volumetto è stato pubblicato da mio padre a proprie spese. Il peso dei costi di pubblicazione ritorna nel diario alla fine del 1945: «Ho pure composto un altro libretto, per studenti, che credo molto utile come aiuto al comporre in italiano (ma non lo stampo perché il costo di pubblicazione va oltre le 16.000 lire)». Ma questo propblema durerà ancora poco...

6Di questo volume si parla nella rubrica “Libri ricevuti” del n. 16/1° giugno 1948 di “Gymnasium” (II di copertina). Nella mia biblioteca conservo la II edizione, del 1952, dove la città di pubblicazione è Firenze e l'editore è «La Nuova Italia, Edizioni Giusti». Recita la recensione di “Gymnasium”: «L'Autore, valoroso insegnante, nella prima parte rivolge agli allievi dei consigli praticissimi sul modo di svolgere i temi: ragionamento da farsi sul titolo del tema; norme da seguire durante lo svolgimento... Utili i 14 schemi per presentare un episodio o un personaggio di un'opera, un'analisi estetica, un periodo letterario o storico... Nella seconda parte il volumetto traccia una succosa storia della letteratura italiana».

7Il volume non ha data, ma nel capitolo Varie speci di lettere l'ultimo esempio è datato 28 ottobre 1952.

8Il terzo volume, Ottocento e Novecento, è segnalato «In preparazione» in “Alcune opere dello stesso autore” a p. 2 di L'arte di esprimersi, Faenza, Edizioni Lexikon, 1956. Non credo sia stato mai pubblicato.

9In questo volume, come in quello del 1952, non c'è la data, è sparito il sottotitolo, è cambiato il formato e la stessa lettera-esempio è datata 28 ottobre 1954.

10La Lexikon - fondata alla fine del 1954 con Mario Dipino, allora titolare della sede Paravia di Bologna - costituisce il primo tentativo di mio padre di diventare editore. «Dipino riuscì a farsi consegnare alcuni lavori da insegnanti bolognesi e io mi accinsi a pubblicare il mio testo grammaticale, già da tempo in elaborazione - scrive mio padre nel diario - [...] Dopo pochi mesi, il 31 marzo '55, uscì il voluminoso libro Grammatica attiva della lingua italiana: poderoso lavoro che presentava la grammatica italiana in modo del tutto nuovo. Nonostante la Lexikon fosse ancora in formazione, e ben pochi i suoi rappresentanti, il successo del libro fu notevole […]. Ci destreggiammo così per due anni, publicando anche opere pregevoli e fortunate […]. Ma il Dipino non se la sentiva più di giostrare tra la Paravia e la Lexikon […]. Così ponemmo fine alla Lexikon. Ma se ciò mi procurò un dispiacere, d'altro canto mi aperse altre strade, l'editrice Le Monnier di Firenze si mostrò interessata e acquistò i miei libri: Lo studio e l'arte dello scrivere, L'arte di esprimersi, Vita e civiltà dei Romani (e fu l'inizio della mia carriera d'autore con detta casa editrice)».

11Nella II edizione, ottobre 1958, «riveduta e arricchita nell'avviamento al comporre» il titolo diventa Grammatica attiva della lingua italiana e metodo pratico per la composizione. La casa editrice non è più a Faenza, ma a Bologna, in procinto di cedere diritti e copie alla Felice Le Monnier di Firenze. Questa ricopertina i volumi modificando la grafica e anche il titolo: Grammatica della lingua italiana e con sottotitolo Studio parallelo della grammatica e della composizione per la scuola media. Il frontespizio rimane invece invariato, con una “peccetta” con la scritta «Felice Le Monnier Firenze» a coprire «Edizione Lexikon Bologna».

12Ventunesima ristampa, 1964.

13Terza edizione, prima ristampa, 1976.

14Ventunesima ristampa, 1964.

15Seconda edizione, prima ristampa, 1968; undicesima ristampa, 1975.

16Dicianovesima ristampa, 1965.

17Seconda edizione, prima ristampa, 1967.

18Quarta edizione, seconda ristampa, 1978.

19Nell'OPAC SBN - Istituto centrale per il catalogo unico, l'edizione del 1958 risulta pubblicata sia a Bologna, Edizioni Lexikon, sia a Firenze, Le Monnier. Verosimilmente anche per questo titolo vale quanto detto nella nota precedente.

20Dalla quinta edizione, «in gran parte rinnovata», 1963, il sottotitolo diventa: Stilistica, metrica, composizione e nozione di sintassi.

21Ristampe: prima, 1965; seconda, 1967; terza, 1968.

22Questo è il sottotitolo dell'edizione del 1960. Nel 1966, sesta edizione «arricchita da numerosi esercizi e da un indice analitico», quarta ristampa, il sottotitolo diventa: Grammatica italiana, stilistica, avviamento al comporre per le scuole medie superiori. Le altre date indicate sono tutte tratte dall'OAPAC SBN e possono riferirsi a nuove edizioni o a ristampe.

23Sull'OPAC SBN il titolo risulta pubblicato nel 1957 anche a Firenze, Le Monnier. Trattandosi di un volume ceduto dalle Edizioni Lexikon alla casa editrice fiorentina vale il discorso fatto in precedenza.

24Si tratta della terza edizione. Le date successive sono tratte dall'OPAC SBN

25Anche questo volume viene ceduto dalle edizioni Lexikon alla Felice Le Monnier Firenze. Le copie vengono ricopertinate, mantenendo lo stesso titolo e la stessa grafica, mentre sul frontespizio viene apposta una “peccetta” con la scritta «Felice Le Monnier Firenze» a coprire «Edizione Lexikon Bologna».

26Quinta ristampa, 1960.

27Ristampe: settima, 1961; ottava, 1961.

28Ristampe: undicesima, 1964; ventisettesima, 1973.

29Ristampe: decima, 1964; ventiquattresima, 1973.

30Undicesima ristampa, 1966.

31Seconda edizione, sesta ristampa, 1973.

32Quindicesima ristampa, 1966.

33Seconda edizione, terza ristampa, 1970.

34Ventunesima ristampa, 1968.

35Seconda edizione, terza ristampa, 1970.

36Terza edizione, quinta ristampa, 1973.

37Seconda edizione, prima ristampa, 1965; seconda ristampa, 1966.

38Seconda edizione, seconda ristampa, 1966.

39Quinta edizione, decima ristampa, 1986.

40Prima ristampa 1969.

41Seconda edizione, prima ristampa, 1971.

42Ristampe: seconda, settembre 1970; quinta, gennaio 1974; sesta, marzo 1976 (da questa ristampa il formato del libro è più piccolo), ottava, luglio 1979, decima, maggio 1984, undicesima, luglio 1986.

43Prima ristampa, riveduta, ottobre 1968.

44Ristampe: prima, settembre 1969; seconda, settembre 1970; terza, ottobre 1971; quarta, agosto 1973.

45Ristampe: prima, settembre 1969; seconda giugno 1970; terza ottobre 1971.

46Ristampe: prima, aprile 1970; seconda, giugno 1971; terza, febbraio 1973; quarta, luglio 1974; quinta, giugno 1976.

47Seconda ristampa 1969.

48Prima ristampa 1971.

49Prima ristampa, luglio 1972.

50Ristampe: prima, settembre 1969; seconda, settembre 1970; terza, giugno 1972.

51Ristampe: prima, giugno 1970; seconda, giugno 1972; terza, agosto 1973.

52Ristampe: prima, giugno 1971; seconda, gennaio 1973; terza, luglio 1974.

53Ventesima ristampa 1992.

54Ventiquattresima ristampa, 1994.

55Da questo volume, a cura dell'Ufficio redazionale della casa editrice Le Monnier, è derivata da la Grammatica italiana - Educazione permanente Le Monnier, Firenze, Le Monnier, 1976 che vuole soddisfare la necessità di dedicare allo studio della lingua un tempo relativamente ristretto per quanto riguarda la parte teorica...

56Prima ristampa luglio 1973, seconda settembre 1974, terza dicembre 1974 (il formato diventa più piccolo), quarta maggio 1976, quinta febbraio 1977.

57La quarta edizione del febbraio 1978 è preceduta da un capitolo di XLVIII pagine intitolato “Dal latino all'italiano” a cura di Nedda Sacerdoti.

58Prima ristampa, riveduta e aggiornata, 1983; seconda ristampa 1984.

59Prima ristampa, riveduta e aggiornata, 1983; seconda ristampa 1986.

60Prima ristampa, riveduta e aggiornata, 1983; seconda ristampa 1985.

61Ristampe: prima, corretta, settembre 1974, seconda maggio 1975, terza giugno 1976, quarta ottobre 1976, quinta ottobre 1977, sesta ottobre 1978, settima luglio 1979, ottava aprile 1980, nona settmbre 1980.

62Ristampe: prima gennaio 1983, seconda settembre 1983, terza aprile 1984, quarta aprile 1985, quinta gennaio 1986, sesta luglio 1987.

63Ristampe: prima, riveduta e corretta, settembre 1979, seconda, giugno 1980, terza, luglio 1980, quarta, febbraio 1981, quinta, settembre 1981, sesta, maggio 1983.

64Alla fine del 1979 mio padre ed io costituimmo a Pesaro una casa editrice con Roberto Pantanelli, un imprenditore di prefabbricati per l'edilizia, ma con la passione per la stampa. Possedeva infatti un sistema di composizione e alcune Rotaprint per stampare un piccolo giornale, il “Quotidiano di Pesaro”. Riconvertimmo la struttura per la stampa di libri e iniziammo la distribuzione dei volumi pubblicati. Nei primi mesi del 1981 ci accorgemmo però che l'azienda non funzionava come avevamo sperato e in aprile costituimmo a Rimini la Panozzo Editore che rilevò tutti i volumi della vecchia società.

65Prima ristampa, 2002.

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La mia vita – le memorie, ancora inedite, di Umberto Panozzo

Nonno Umberto ci ha lasciato un lungo scritto autobiografico che raccoglie, riassume tutti i momenti significativi che hanno segnato la sua vita, dalle inquietudini giovanili, fino alla piena affermazione come insegnate e autore. Scritto su pagine di quaderno, il “diario” è ritenuta una reliquia preziosa da tutta la famiglia.

Per presentare l’opera bisognerebbe in qualche modo definirla, trovare il genere a cui appartiene, i profili che la caratterizzano; in questo caso, però, l’impresa è particolarmente ardua: tutto il libro infatti galleggia tra il diario, che raccoglie la vita di ogni giorno, il confessore, a cui il protagonista si racconta, e le memorie, in cui, a distanza di anni, vengono riassunte le vicende più rilevanti della propria esistenza, piccole storie a cui fa da sfondo la Storia con la esse maiuscola.

La mia vita, infatti, è un’opera proteiforme, mutevole, non omogenea in quanto composta da uno stesso autore in momenti differenti della sua esistenza e, ogni volta, con un fine diverso: all’adolescente che sta diventando uomo, che stenta a trovare il proprio posto nel mondo e cerca dunque di fermare qualcosa, almeno sulla pagina, si affianca il giovane tenente, sbandato, che ha bisogno di un compagno di viaggio a cui confidare le proprie inquietudini; infine il nonno, ormai sessantenne, che riprende in mano il lavoro giovanile, integrandolo, con l’intenzione di lasciare qualcosa di sé, una traccia della propria esistenza. Si apre dunque una piccola “Questione omerica” per capire chi ha scritto cosa. Compito di per sé non facile, per me ancora più difficile perché non ho mai veramente conosciuto mio nonno; ci siamo appena sfiorati e, forse, neppure del tutto compresi. Non ci legava quasi niente se non un unico vero ricordo ambientato a Saludecio, ai capi di una scacchiera, in un’estate ormai lontana: al tramonto, io, ancora bambino, e lui, già anziano, ci divertivamo a sfidarci in lunghe e serrate partite di scacchi fino all’ora di cena, per poi darci appuntamento al giorno successivo. Per il resto quasi nessun rapporto, poche manifestazioni di affetto, molte formalità.

Qualcosa però cambiò nella primavera del 2013 quando Umberto ci lasciò: decisi inspiegabilmente di prendere una sua vecchia fotografia e porla nel mio studio; a chi mi chiedeva il perché di una simile scelta rispondevo che lo sguardo severo e la posa marziale dell’avo in divisa sarebbero stati per me un monito ad impegnarmi maggiormente nello studio di preparazione all’esame di maturità, ormai imminente. La realtà era però diversa. Sentivo come se qualcosa mi legasse a quel nonno che non avevo mai avuto, che non avevo mai sentito come mio. Iniziò così una strana e discontinua ricerca per comprendere chi fosse veramente. Non potendo più trovare la sua anima, mi accontentai di cercarne lo spirito, rimasto intrappolato in ciò che era stato a lui più caro. Le prove su cui si è basata la mia indagine sono tutte cartacee: prima di tutto i suoi libri, composti nel corso degli anni, e poi la sua biblioteca, ricchissima di volumi, rimasta tristemente orfana.

Ancora restava, però, da analizzare la fonte più diretta, ovvero le sue memorie. Mi avvicinai all’opera con molti dubbi: ne temevo la retorica, l’autoesaltazione, insomma tutti quegli elementi che rendono da sempre le autobiografie i libri più fantasiosi e, allo stesso tempo, i più insopportabili. Credevo che tutto ciò mi avrebbe reso ancora una volta impossibile comprendere se ci celasse qualcosa di sconosciuto dietro a quel vecchio burbero che avevo conosciuto e, detto sinceramente, non mi era piaciuto. Bastarono, però, poche pagine per cambiare completamente avviso: il protagonista non era un patriarca intento a indorare la narrazione della propria esistenza, ma un mio quasi coetaneo intrappolato nell’esperienza traumatica che gli cambierà la vita. Siamo in Corsica, durante il terzo anno di guerra, Umberto è amareggiato, bloccato in un conflitto che è per lui un’autentica maledizione. Si aggira poi in uno scenario quasi apocalittico in cui le idee e i valori con cui è cresciuto crollano l’uno dopo l’altro, lasciando un senso di vuoto e disperazione. Le certezze degli anni precedenti cedono spazio al dubbio. Sembra una figura di un dipinto dell’ultimo Sironi, in cui i personaggi, ridotti ad ombre, quasi fantasmi, si aggirano fra periferie sinistre, completamente distrutte. I continui spostamenti, la monotonia e soprattutto la meccanicità della vita militare opprimono l’animo meditabondo del ragazzo che è costretto a eseguire gli ordini, anche i più insensati, senza poter più di tanto discutere. Qui nasce l’esigenza di incominciare un diario che per lui non rappresenta solamente un passatempo, ma un autentico mezzo di salvezza. In questo piccolo antro, egli si può nascondere, ma soprattutto può ritrovare se stesso, non solo riflettendo su ciò che gli sta accadendo, ma anche potendo tirare le somme di quella che è stata fino a quel momento la sua vita.

Il periodo storico in cui Umberto vive è sicuramente fra i più complessi e movimentati: nato a pochi mesi da Vittorio Veneto, impara ad andare in bicicletta durante la crisi istituzionale innescata dal delitto Matteotti, mentre per i suoi diciotto anni riceve in regalo dal Duce addirittura un impero. Appartiene a quella generazione che Mussolini e Starace chiamavano dei “fascisti integrali” ovvero giovani cresciuti ed educati completamente sotto il regime, in linea con i fini palingenici che la Rivoluzione si poneva: legionari pronti a servire la patria, anche con le armi, e, allo stesso modo, nuove leve preparate a subentrare via via ai gerarchi alla guida del partito. Umberto è balilla, avanguardista e poi entra volontariamente nei GUF; scrive persino articoli letterari per una rivista aretina, “Giovinezza”, ricevendo durante la guerra anche doni dal PNF per la sua collaborazione giornalistica. Nella figura di Umberto, però, possiamo individuare tutta l’inefficacia di questo piano educativo: sotto l’aspetto di un ragazzo timido, quasi introverso, si cela uno spirito ribelle, insofferente dell’autorità costituita e di ogni comando non adeguatamente giustificato. Combatte, certamente, obbedisce, anche se spesso protestando, ma si può sicuramente affermare che non crede, la fede lui la riserva solamente a Dio. Vede nel Fascismo lo stato, il governo a cui è leale, ma non fedele. Tutto ciò è dovuto alla qualità principale del suo carattere, uno spiccato spirito critico che lo spinge a valutare tutto razionalmente e, di conseguenza, a giudicare senza pietà ciò che reputa sbagliato o ancor peggio insensato, che si tratti dell’incapacità di un insegnante, di un collega o di un governante. È il caso delle leggi razziali del 1938 che costringono il professor Momigliano ad abbandonare l’Università di Firenze: la cattedra di letteratura italiana, viene assegnata al professor Giuseppe De Robertis per meriti fascisti. Umberto è sconvolto, ma ancor prima di attaccare il decreto perché inumano, lo accusa di essere assurdo, illogico: non comprende perché cacciare una persona capace da un ruolo pubblico, per una causa non legata alla sua condotta, ma alle sue origini. Una legge contraria anche ai fondamenti stessi del fascismo, che, come afferma De Felice, aspira a creare un uomo nuovo, senza appellarsi a concetti come quello della razza. Qui iniziano gli sfoghi, anche in pubblico, le domande sul regime sotto il quale è cresciuto e infine una piccola ribellione: per protesta non seguirà le lezioni di De Robertis.

E sarà anche nel momento più drammatico della sua vita, dopo l’8 settembre, rimasto senza ordini e sotto la furia degli attacchi tedeschi, che la sua mente lucida e razionale gli permetterà di non perdere il controllo di sé e dei suoi uomini, scampando dunque la prigionia o la morte. Diversa, invece, la sorte di molti suoi colleghi che, completamente disorientati, succubi della gerarchia frutto di venti anni di dittatura, cadranno vittima del nemico.

Proprio questa rara capacità di analizzare la realtà, senza mai farsi condizionare da sentimenti o ideologie, rende Umberto un testimone attendibile per ricostruire quegli anni convulsi. Non si tratta certo della biografia di un protagonista, ma può essere comunque ritenuta una microstoria significativa in grado di fornire una lettura personale degli avvenimenti di cui è stato testimone.

La storia di un uomo dunque si lega a quella di un Paese ancora giovane, che non si conosce e in cui i nomi dei compagni d’arme vengono spesso accompagnati dalla regione d’origine. I continui spostamenti dovuti al lavoro del padre, direttore di banca, allargano lo scenario del racconto che si dipana dalla costa romagnola alla Toscana, passando per il nord-est e le terre appena redente. Sarà poi la guerra a trascinare Umberto da un fronte all’altro fino a giungere ad una Napoli appena liberata, descritta in modo così crudo da essere degno di un brano di Kaput. Il lettore è preso e per mano e accompagnato, attraverso una vicenda umana ancor prima che storica, invitato a condividere i dubbi, i pensieri di un ragazzo che fra mille peripezie diventa uomo. Il tutto arricchito da accuratissime descrizioni di paesaggi, opere d’arte, ma anche di fanciulle solamente di passaggio, che per qualche motivo hanno attratto l’attenzione di Umberto, rimanendo impresse sulla pagina.

Inizialmente il titolo di quest’opera non mi piaceva, lo trovavo scontato, vagamente retorico, ma è solo inoltrandomi nella lettura che ho capito il particolare valore che l’autore dà al termine “vita”, ovvero non un sinonimo di esistenza, ma di spirito vitale: questo è il resoconto di quando Umberto si è sentito vivo, aggrappato alla vita, protagonista della propria esistenza, talvolta anche soffocato, vinto, ma comunque ansioso di riemergere. Un conflitto continuo, instancabile anima la narrazione: il movimento, l’azione, in una parola, la vita contrapposti alla stasi, alla morte. È un giovane colui che scrive, ma un giovane particolare, ossessionato dall’inarrestabile scorrere del tempo: vorrebbe fermarlo, bloccarlo e urlare: Tu sei mio! Ma questo, subdolo e spietato, gli scappa fra le mani e riprende implacabile il suo corso. Da qui l’angoscia, la frustrazione per non essere padrone della propria sorte, prigioniero di una situazione, di un conflitto, del mondo. No, per lui durante la Guerra il tempo non è lineare, ma ciclico: passano le ricorrenze, i mesi, le stagioni, gli anni, per poi tornare nuovamente e trovarlo sempre lì, sempre uguale, costretto in un ruolo che l’opprime. Poi lentamente: il 25 luglio, l’armistizio, il dubbio… la lotta. Il giovane tenente affronta l’indecisione, il crollo di tutto, per poi scuotersi: una discesa agl’inferi che lo porta a ritrovare il proprio io, la propria autonomia di individuo. Di lì un crescendo, un fiume in piena: i primi lavori, i primi studenti, i primi onori. Una passione irrefrenabile per la propria opera, che lo consuma, che lo tiene vivo! Fino a quando anche tutto questo ha fine: vivrà ancora molti anni, ma, ormai, gli è chiaro che quello spirito che, impetuoso, lo spingeva verso il mondo si è spento per sempre: si è conclusa “la sua vita-vivente” e, insieme ad essa, il suo diario.

Tommaso Panozzo

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